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29 Agosto 2019

Eccellenza: 3 pensieri utili a realizzarla.

Eccellenza [dal lat. excellentia] Qualità di chi o di ciò che è eccellente: e. d’ingegno; raggiungere l’e. nell’arte (cioè il grado più alto).

Eccellenza è un temine che utilizzo spesso come coach ( se vuoi conoscere meglio chi sono ed il metodo che utilizzo . clicca qui https://www.giovannadanesi.it/metodo-clama/): scrivere questo articolo ha l’obiettivo di esprimere in che modo io la ritenga una qualità/risorsa importante nel mondo di oggi e attraverso cosa la si possa coltivare e realizzare in concreto.

Ogni giorno, che tu sia imprenditore, manager, libero professionista hai sfide da affrontare. Accettarle e viverle mettendoti in gioco su un terreno che sai già ben in partenza essere sconnesso, incerto e traballante con la voglia di imparare, migliorare e gestirla questa incertezza è scegliere la via dell’eccellenza.

 Non è facile, vero.

⇒Può diventare più semplice se hai la chiarezza di uno scopo che ti guida, ti rende appassionato e innovativo ogni giorno.

⇒Può diventare più semplice se sei ispirato a realizzare qualcosa che soddisfa non solo te stesso, ma contribuisce a creare miglioramento e crescita per qualcosa di più grande.

Cristiano Ronaldo Eccellenza

Cristiano Ronaldo, esempio di Eccellenza.
(Foto non legata in alcun modo alla squadra di calcio che rappresenta.)

Come fare?

Naturalmente da coach procedo in concreto e condivido 3 pensieri utili a riguardo:

  1. Alza l’asticella verso la persona: collaboratori, dipendenti, soci, clienti. La persona è la vera risorsa, l’opportunità che hai per rendere il tuo servizio, per svolgere la tua attività nel miglior modo possibile. In sostanza, solo dando valore alle persone possiamo ambire ad un servizio che viene ricordato e preso come esempio da modellare.
  2. Alza l’asticella sul valore della fiducia: un team aziendale coeso, che guarda nella stessa direzione, con valori e scopo condivisi insieme al leader agisce con fiducia. Fiducia che definisco il “booster naturale” per creare successo ed un gruppo aziendale soddisfatto e produttivo.
  3. Alza l’asticella sulla vision: una visione che non riguardi solo, come ho scritto poche righe sopra, il tuo interesse (del tutto legittimo peraltro), ma consideri anche quello del sistema. Di conseguenza sia una vision che unisca ego e anima. Essere imprenditore oggi rappresenta l’opportunità di creare ricchezza e valore per te stesso e per qualcosa di più grande di te.

 

Steve Jobs, co-fondatore di Apple, azienda che ha saputo eccellere in eleganza e pensiero innovativo.

Ho votato la mia passione alla realizzazione di un’azienda capace di durare nel tempo, dove la gente fosse motivata a fabbricare prodotti d’eccellenza.                (Steve Jobs)

 

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22 Agosto 2019

Mollare o non mollare: 3 azioni utili a risolvere il dilemma

Mollare! O scegliere di non mollare…

È un argomento senza tempo, senza stagioni – proprio come diceva la grande A. Marchesini, che ricordo con un enorme sorriso ” Non ci sono più le mezze stagioni” :)- sempre attuale ed applicabile ad ogni contesto di vita. Personale e professionale. (Se vuoi conoscere di più su di me, su metodo che utilizzo con successo clicca qui https://www.giovannadanesi.it/business-coaching-brescia/ )

Mollare significa dar retta a quella vocina interiore che risuona quando non realizzi i risultati che vuoi (e per risultati intendo il modo di vivere che hai, i progetti che stai portando avanti, le cose che possiedi). 

Ti è mai successo di dire, pensare:” Mi sento stanco. Sai che c’è? Mollo tutto e basta!” Ecco, è proprio questo che intendo dire con mollare.

(Fammi sapere qui sotto nei commenti se ti mai successo di pronunciare questa frase in un periodo particolare della tua vita.)

Non ci sono scorciatoie. Lavora duro, sii paziente, coerente e non mollare mai. (Anonimo)

Quali i motivi che possono indurti a voler mollare?
A pensare di arrenderti?
Forse l’attenzione costante sui problemi, il sentirti più solo, situazioni dure ed improvvise che ti fanno cadere a terra togliendoti energia, voglia di fare e migliorare. Quelle sfide che si presentano senza invito, pronte ad abbattersi su una persona che in quel momento è più vulnerabile, a difese abbassate, con la corazza meno spessa e robusta.

Sei tentato di gettare la spugna… di arrenderti e mollare tutto.

Ma… Prima di farlo ricordati un concetto fondamentale:

È una trappola mentale, uno schema di comportamento che puoi cambiare. Mi spiego meglio.

Mollare e lasciar perdere è una scelta ed una serie di azioni che metti in atto. Non è la tua identità nata in quel modo. No. È un comportamento che adotti: quando arriva qualcosa che ti spaventa, in grado di stressarti e depotenziarti in modo importante decidi di mollare.

Tu non sei i tuoi comportamenti. Ricordalo.

Ecco perchè puoi liberarti dalla trappola e diventarem robusto, resilie te, pronto alle sfide con l’energia ed il coraggio che ti serve.

Come non mollare?
Come non arrenderti?

Quando, semmai arriva quel momento, segui ciò che ti scrivo e non ne resterai deluso.

Torna a leggere questo articolo, guarda il video qui sotto e metti attenzione su 3 elementi fondamentali:

  1. Ritorna al tuo scopo: se mi conosci sai quanto  credo che tuto parta da li. Perciò torna al principio, torna allo scopo che ti ha fatto partire. Perché fai quel che fai? Perché vuoi quel che vuoi? È come fare un reset: ti aggiorni, ritorna la chiarezza e riparti.
  2. Cambia le tue azioni: “Ma io sono fatto così, è il mio modo di fare le cose” poteresti dirmi. Ed io ti rispondo: “È proprio per questo che hai quel che hai. Vuoi realizzare davvero  qualcosa?”Allora cambia il modo in cui fai le cose. Non sei nato con quel modo di agire, quindi è possibile cambiarlo se lo vuoi.
  3. Come farlo? Forse rischio di apparire diretta ma voglio farti arrivare il concetto in modo semplice e soprattutto che funzioni: questo fa un buon coach: produce risultati. Perciò come farlo? Cambia il tuo modo di pensare, il modo in cui parli a te stesso e agli altri, le persone che frequenti, i posti dove vai, il cibo che mangi, i programmi che guardi, i libri che leggi. “Eh ma io non leggo”… Ok allora è questo il momento buono per iniziare con qualcosa di semplice e che ti serve.

Passa all’azione, un’azione che ti porti a produrre risultati, soddisfazione e successo.

È più semplice di quanto credi.

Fammi sapere se questo video ti è stato utile lasciandomi un 👍nello spazio sotto ai commenti. 

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8 Agosto 2019

Collaborazione in azienda: 3 Modi SMART per migliorarla in concreto

Collaborazione è una parola che mi piace molto: racchiude un’arte, quasi una magia.

Ecco il perchè di questo titolo.

Mi piace spiegarti cosa mi passa in testa quando scrivo… lo scopo con cui lo faccio e gli obiettivi che mi pongo per poterti dare qualche spunto utile e concretamente applicabile.

Pronti…via. 🙂

È senza dubbio cambiato il mondo del business: l’ambiente economico muta con grande rapidità e popone sfide micidiali.

Dedicare un articolo all’importanza del rapporto di collaborazione fra leader e team mi sembra l’opportunità con cui guardare al cambiamento continuo di oggi da un’angolazione differente rispetto a ciò che avviene spesso; integra tutti i livelli aziendali.

Tutto questo con l’obiettivo di darti tre modi concreti e semplici per agire subito.

Del resto, il coach è un professionista che ti aiuta a ragionare, a vedere da prospettive differenti per avere visione d’insieme e più opzioni di azione. (Se vuoi conoscere meglio chi sono, cosa faccio, ed il metodo C.L.A.M.A che utilizzo con successo clicca qui https://www.giovannadanesi.it/metodo-clama/)

Le aziende che intendono prosperare oggi e nel tempo è necessario si annotino bene nella propria mente o nella propria agenda due punti chiave:

  1. fare dell’innovazione il proprio focus quotidiano;
  2. creare un ambiente lavorativo al alto coinvolgimento e di collaborazione che spinga leader e tutto il team a dare il massimo.

Queste sono le due sfide principali che le aziende di successo supereranno e vinceranno con onore.

Come ?

Attraverso azioni che appartengono, ognuno secondo i propri ruoli, al leader e non solo: anche ai collaboratori.

La domanda chiave di ognuno, nessuno escluso, deve essere :“Come posso contribuire al mio meglio oggi in azienda? Per il successo, per il bene del gruppo?”

Non c’è tempo per aspettare, aspettare che sia un giorno che ti senti più carico, meno stressato…aspettare di essere “trascinato”.

Nel mondo di oggi non c’è tempo per aspettare: il mondo di oggi è fatto per agire, secondo modalità e con obiettivi ben strutturati.

Non vorrei essere fraintesa: non sposo per nulla la teoria per cui ci si debba sfinire per il lavoro, alla continua corsa per il successo materiale.

Ciò che intendo dire è unire le forze, affinchè ci sia successo, soddisfazione per tutti (perchè non c’è successo senza soddisfazione, a mio avviso…) in modo da aver tempo da dedicare a ciò che ti piace, ti rigenera e ti rende sempre “sul pezzo”, ispirato e innovativo.

In questo processo tutti sono coinvolti: e la collaborazione non è solo fra i membri del team: è quella fra leader e tutto il team dell’azienda. È questo che fa centro.

Cosa ne pensi? La tua opinione conta per me, scrivila qui sotto nei commenti. 🙂 

I risultati di un’organizzazione sono i risultati dello sforzo combinato di ciascun individuo. (Vince Lombardi)

Passiamo all’azione e vediamo i 3 modi SMART per realizzare in concreto la collaborazione fra leader e team:

  1. Coinvolgere nel processo i tuoi collaboratori (parto da qualcosa che è necessario faccia tu come leader; del resto leader è colui che parte per primo e traccia il sentiero attraverso l’esempio:) ). Fai in modo che il tuo stress, sicuramente comprensibile…la tua irritabilità, la tua individualità e la caparbietà che ti “incorona” leader siano sempre catalizzatori di linfa vitale, di coraggio per tutti. Non di scontrosità e chiusura. Fai comprendere quanto sia importante che tutti facciano, si confrontino, siano veloci, pro-attivi e in collaborazione con te.
  2. Coltiva da collaboratore il tuo sano coinvolgimento: ora tocca a te collaboratore, e mi spiego meglio. Le aziende di successo mantengono il proprio potenziale vivo, bello sveglio e non “sonnambulo”. Intendo dire che è chiave che tu collaboratore remi insieme a tutti: che tu voglia e ti impegni a remare con tutti nella stessa direzione prendentoti a cuore scopo e mission. Metti il focus su questo e non sul pensiero: “Eh ma dipende dal “capo”, da ciò che mi impone l’azienda…”. Magari ci sta questo pensiero e…vai oltre, oltre cercare la colpa. Ci sei tu, che con il tuo contributo vivi il tuo potenziale e coindividendolo con gli altri lo moltipichi a livelli che nemmeno immagini: PROVA!
  3. Nutrite ingredienti preziosi comuni a leader e collaboratori quali: INIZIATIVA, CREATIVITÀ, PASSIONE. Sono tutti valori che ognuno esprime secondo la propria unicità, difficilmente insegnabili e copiabili. Sono la vera ricchezza della persona, ciò che la rende insostituibile rispetto le macchine. La magia del vero vantaggio competitivo sta nel coltivarle, ogni giorno, ognuno per il proprio pezzo. Si crea in questo modo un nuovo paradigma di management e collaborazione, che fa esplodere il potenziale delle persone.

Chiudo con un vecchio detto cinese che la dice lunga sull’atteggiamento mentale da preferire.

“Invece di maledire l’oscurità…accendi un cerino”.

Collaborazione è luce.

Fammi sapere se questo video ti è stato utile lasciandomi un 👍nello spazio sotto ai commenti. 

Se vuoi approfondire l’argomento per te stesso, la tua azienda, i tuoi collaboratori per scoprire come e attraverso quali strumenti è possibile concretizzare i tre modi SMART è semplice.

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1 Agosto 2019

Il coraggio del leader: 3 azioni per svilupparlo.

Il coraggio è la risorsa di un leader. Vero.

Obiettivo di questo articolo è quello di trasmetterti in modo chiaro ciò che intendo per coraggio e come svilupparlo.

(Se vuoi conoscere di più su di me e sul metodo C.L.A.M.A. che utilizzo con successo clicca qui https://www.giovannadanesi.it/chi-sono/ )

Nell’immaginario collettivo il leader è un considerato un pò come il “cavaliere senza macchia e senza paura”: l’eroe che va avanti per primo tracciando il sentiero per il successo del gruppo. 

È colui che ha piglio sicuro, colui che non vacilla. Sicuro di se, ha uno scopo chiaro, una visione definita con obiettivi ben formati. 

 

“Go first!”

Il leader è colui che va per primo.

 

 

In parte è proprio così, e c’è molto più di questo.

Le persone, i leader che sanno guidare, ispirare, essere modello di connessione fra le persone che appartengono ad un’azienda, un’attività…hanno il coraggio.

Il coraggio di essere se stessi, a tutto tondo. Mi spiego meglio, facendo un piccolo passo indietro.

È buona cosa ricordare che il leader è anzitutto un Uomo, un essere umano, con i suoi dubbi, paure, incertezze e convinzioni.

Il coraggio può significare tante cose: sperimentare, metterti in gioco, parlare, stare in silenzio, dire la verità, fidarti degli altri, prenderti la responsabilità, formare gli altri senza aver paura di perdere la tua posizione, cambiare e, qualche volta, lasciar andare.

Ogni prova che affronti come leader inizia all’interno di te stesso.

Ciò vuol dire che il coraggio di un leader è una scelta.

È scegliere di stare nella sfida, nelle difficoltà, nelle questioni importanti da decidere. Starci in modo consapevole con tutto ciò che hai dentro di te come persona, con tutte le emozioni che da un lato ti spingono ad agire con audacia e rischio, e dall’altro emozioni come la paura, la vergogna, la rabbia, la tristezza…

Il leader che ha coraggio sceglie di essere presente, in ogni momento, che sia il trionfo o la sconfitta.

Cito testualmente il discorso che Theodore Roosevelt dedicò nel 1910 alla Sorbona di Parigi parlando di avversità della vita. Ogni singola parola spiega nella sua totalità il coraggio:

(…) Non è il critico che conta, né l’individuo che indica come l’uomo forte inciampi, o come avrebbe potuto compiere meglio un’azione.

L’onore spetta all’uomo che realmente sta nell’arena, il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore, dal sangue. Colui che lotta con coraggio, sbaglia ripetutamente perchè non c’è tentativo senza errori e manchevolezze. Lotta per raggiungere l’obiettivo, conosce il grande entusiasmo, la grande dedizione e si spende per una giusta causa. Nella migliore delle ipotesi conosce alla fine il trionfo delle grandi conquiste e al contrario, se fallisce, cade sapendo di aver osato in grande (…)

(dal discorso: “Citizenship In A Republic” di Theodore Roosevelt – traduzione dall’inglese di G. Carro © 2007)

Ecco, ritengo che queste parole siano un condensato del termine coraggio per come è necessario venga inteso, a prescindere dal ruolo che ricopri in azienda o che tu sia libero professionista.

Se scegli di essere un leader coraggioso, decidi di stare nell’arena. Sei consapevole che prenderai tante batoste, che tenterai più e più volte magari senza riuscirci ne al primo, nel al “N tentativo”; che ci sarà qualcuno che ti farà lo sgambetto usando la via più facile.

Se scegli di essere un leader coraggioso osi in grande, te ne freghi delle bassezze che incontri e continui in modo integro per la tua strada, seguendo il tuo scopo, respirando polvere, versando alle volte lacrime e sudore.

Resti connesso con tutte le parti di te che poi sono quelle che ispirano i tuoi collaboratori, che danno l’esempio come uomo e come professionista. Un leader che si esprime, che non mostra vergogna per ciò che è ne per ciò che fa; semmai si dispiace, corregge il tiro e prosegue chiedendo supporto e parere dove è necessario.

Accetta e fa esperienza della sua forza e in egual modo della sua vulnerabilità…pronto a festeggiare quando arrivano i successi e con fierezza, a testa alta; a rialzarsi quando qualcosa va storto.

Avremo mai il coraggio di essere noi stessi? (Anonimo)

Detto questo passiamo alle tre azioni precise che ti permettono, una volta che hai scelto di essere un leader coraggioso, di esserlo sul serio, nel concreto:

  1. Assumiti l’impegno di esserlo. Ogni mattina, al risveglio, di a te stesso: “Oggi scelgo il coraggio anzichè la comodità.“(B.Brown). Non posso impegnarmi  per domani, ma oggi scelgo di essere coraggioso, di correre dei rischi, di crederci, di sperimentare il fallimento facendone esperienza per rialzarmi con nuove consapevolezze.
  2. Aiuta i dipendenti a comprendere lo scopo che guida l’azienda, in modo da poter vedere ciò che stanno facendo attraverso una lente più grande. Quando la gente si rende conto che c’è qualcosa di più grande in gioco oltre agli aspetti economici del loro lavoro, affronta ogni sfida con maggiore tenacia, determinazione e iniziativa perchè comprendono l’impatto che la loro mission ha nel mondo in generale. È fondamentale che il leader lavori costantemente per garantire che i dipendenti sappiano che il loro ruolo, per quanto piccolo possa sembrare rispetto al risultato dell’intera struttura aziendale, è di valore ed apprezzato.
  3.  Coltiva la “mentalità del coraggio”, in cui le persone si sentano pro-attive ad uscire dalla propria zona di confort assumendosi il rischio di dare pareri e feedback (magari  innovativi e preziosi). Le critiche, i giudizi di coloro che vivono nell’arena (come la definisce Roosevelt) da persone coraggiose diventano importanti da ascoltare. I leader dimostrano per primi il coraggio che desiderano vedere in coloro che li circondano; sono quindi in grado di liberare il massimo potenziale umano della squadra, alzano l’asticella sull’innovazione e ottimizzano il valore dell’intera organizzazione.

Quando sei coraggioso, hai vinto.

Fammi sapere se questo video ti è stato utile lasciandomi un 👍nello spazio sotto ai commenti. 

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25 Luglio 2019

Ripetere crea Eccellenza

Ripetere  crea eccellenza.

Da dove arriva questa convinzione?

Dalla mia esperienza in prima persona e da un insegnamento prezioso del Coach più famoso ed altrettanto autorevole al mondo: Anthony Robbins.

“La ripetizione e la madre di tutte le abilità.” (A.Robbins)

 

Ripetere crea eccellenza

 

Questa citazione di Anthony Robbins insegna qualcosa di di veramente utile se vuoi raggiungere traguardi importanti, se vuoi trasformare obiettivi in risultati concreti che durano nel tempo.

Se vuoi realizzare obiettivi ambiziosi ti devi preparare prima di raggiungerli altrimenti non ci arriverai mai.

Come?

È necessario ripetere, ripetere, ripetere, e ancora ripetere.

 

Ripetere quasi fino alla noia, in modo ossessivo, maniacale, curando i più piccoli dettagli, perché sai bene, perché hai consapevolezza che continuare a ripetere quel comportamento ti darà la possibilità di sviluppare quelle abilità necessarie a realizzare ciò che davvero ti sta più a cuore.

Da dove partire, forse ti chiedi?

È necessario partire dalle tecniche di base, dai cosiddetti “fondamentali”.

Tutto parte da lì. (Se vuoi conoscere di più su di me e la mia professione da coach clicca qui https://www.giovannadanesi.it/chi-sono/ )

Le persone di maggior successo prima di affrontare una sfida importante ripetono i fondamentali, li padroneggiano ormai con tale sicurezza e velocità da realizzare una performance d’eccellenza.

Se vuoi rendere eccellente un’azione che vivi (che sia un incontro di lavoro, uno speach o qualsiasi altra cosa che davvero conta e ti sta a cuore e può migliorare la tua vita il tuo business) è necessario ripetere quel comportamento, quelle tecniche di base per centinaia, centinaia, centinaia di volte.

Chi persevera, chi è costante nella ripetizione è chi ha successo nella vita e nel business.

Ed anche quando hai raggiunto i traguardi che ti sei prefissato, che tu sia il campione del mondo in qualcosa, che tu sei un personaggio di valore per la società, che tu sia un imprenditore di grande successo…Anche allora è necessario tu continui a ripetere le tecniche di base perché come dice il grande Niccolò Paganini “ Se non studio un giorno lo so sono io, se non studio per due giorni se ne accorge il pubblico.“

Questo perché le abilità se non continui a coltivarle e ripeterle le uperdi; e perderle significa perdere quel valore aggiunto che ti rende una persona straordinaria e di successo, nella vita e nel business.

Non c’è nessuna formula magica che ti fa migliorare costantemente.
Solo la ripetizione costante, perché il successo si costruisce su solide basi che richiedono:
  1. impegno
  2. costanza
  3. perseveranza.

Solo chi si allena, si impegna ogni giorno e arriva all’incontro che devi affrontare super preparato è realmente in grado di fare la differenza rispetto a tutte le altre persone che restano nella mediocrità di una prestazione che non lascia nulla, che non crea valore.

Sii una persona di valore.

Sii un professionista in grado di fare la differenza.

Hai mai pensato di contattare un coach per sviluppare abilità e mindset che ti portano a migliorare performance e risultati?

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18 Luglio 2019

Come sviluppare cultura aziendale e senso di appartenenza

La cultura aziendale è determinante per il successo dell’azienda; in realtà, la possiamo definire l’elemento chiave del successo imprenditoriale.

Avere collaboratori e dipendenti motivati ed ispirati a dare il massimo valore per il ruolo che ricoprono è un argomento sul quale investire.

Le domande che spesso mi vengono fatte come business Coach sono:

“Perché è tanto importante creare una cultura aziendale di appartenenza e collaborazione?”
“Come è possibile farlo in modo duri nel tempo?

Le risposte sono l’obiettivo questo articolo: spiegarti perché e come fare in 3 semplici step.

Come coach non mi perdo in chiacchiere, vado al nocciolo della questione per darti azioni atte a produrre risultati ( se vuoi comprendere meglio come lavoro ed il metodo C.L.A.M.A. che utilizzo clicca qui https://www.giovannadanesi.it/chi-sono/ )

Procedo con ordine: perchè è tanto importante promuovere, sviluppare e consolidare senso di appartenenza all’interno del gruppo aziendale?

L’appartenenza non è tanto un “dettaglio burocratico” (“sono dipendente dell’azienda X”) : è un fattore emotivo e psicologico.

Più vivo è il senso di appartenenza a un’azienda, più la senti tua, più sei pronto a dare per renderla prospera, più il tuo agire si allinea alle esigenze del sistema.

Quando c’è senso di appartenenza, c’è impegno, identità chiara, voglia di fare meglio e senso di responsabilità-abilità.

 

Cultura aziendale e senso di appartenenza

 

“Corporate culture is like the wind:invisible, yet its effect can be seen and felt.” “La cultura aziendale è come il vento: invisibile, tuttavia il suo effetto può essere visto e sentito.” ( Hardward Business Review)

La cultura aziendale ha origine dalla la visione del mondo (e del business) di chi ha creato l’azienda, dai valori e dalle credenze dell’imprenditore: tanto più ha una visione propensa al cambiamento e all’innovazione, più sarà semplice promuovere una cultura finalizzata alla crescita e al benessere.

Purtroppo c’è ancora molta resistenza al cambiamento.

Tempo fa lessi su Corriere Economia un’intervista a Marco Bizzarri, imprenditore, Presidente e CEO di Gucci che dichiarava: “La resistenza di manager e dipendenti allo status quo frena spesso le migliori intenzioni. Cambiare costa fatica, perché impone di mettersi in discussione”.


 “Come andare oltre questa resistenza e sviluppare una cultura aziendale di collaborazione ed appartenenza?”

Tre azioni semplici:

  1. Condividere lo stesso “credo”. Mi spiego meglio: è fondamentale che l’intero gruppo aziendale creda in ciò che fa l’azienda, abbia lo stesso scopo aziendale. Questo si traduce nel condividere la vision, amare ciò che fa l’azienda e riconoscersi in valori e convinzioni.
  2. Promuovere la competenza, la meritocrazia, la voglia di crescere e contribuire dei dipendenti: questo è possibile offrendo esperienze lavorative diverse, che consentano alle persone di crescere, di imparare cose nuove, di mettere in gioco le loro migliori qualità.
  3. Promuovere una comunicazione interna volta ad informare tutti sulle decisioni che contano. Solo se coinvolti ed informati sulla visione dell’azienda, ascoltati e chiamati in causa (quando è possibile) nei processi decisionali i dipendenti sviluppano il senso di appartenenza che serve a fare la differenza.

 

La cultura aziendale

Le persone interdipendenti combinano i loro sforzi individuali con quelli degli altri per conseguire un successo più grande  (Stephen Covey)

 

Cosa può fare il coaching per sviluppare una buona cultura aziendale e il senso di appartenenza?

Da un’importante ricerca effettuata già nel 2010, delle 100 aziende più innovative degli USA citate dalla rivista Fortune, il 93% utilizzava regolarmente il coaching, così come l’83% delle aziende inglesi ed il 71% di quelle australiane.

Il coaching è il “booster naturale” di crescita e cambiamento.

Il coaching è il processo che porta benessere a livello individuale e promuove appartenenza e cultura all’intero gruppo.

La presenza di un business coach in azienda diventa in prospettiva un investimento strategico importante.

Per tale ragione, il business coach procede a raccogliere le informazioni necessarie a far un lavoro mirato a rendere coeso il gruppo, facendo leva su più livelli e favorendo feedback comune ed impegno costante.

Tu cosa pensi a riguardo?

Fammelo sapere nei commenti (il tuo parere conta per me.)

Condividi questo articolo con le persone che sai vogliono di più, non si accontentano e mirano a sviluppare un’attività di business eccellente e di riferimento nel settore in cui opera.

Contattarmi per approfondire l’argomento e migliorare la tua attività di business è semplice e la prima sessione è gratuita e online.

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11 Luglio 2019

3 Vantaggi competitivi del coaching per aziende e professionisti.

Tre vantaggi competitivi del coaching per aziende e professionisti è il titolo che serve a far chiarezza sulla reale potenzialità del coaching in ambito professionale: il Business Coaching.

Cosa intendo con questo termine?

Cosa intendo con il termine Business Coaching?

Intendo il processo finalizzato a migliorare e far crescere potenzialità, performance e quindi produttività e fatturato di un’attività professionale. (Se vuoi sapere di più sulla mia attività di business coach e del metodo C.L.A.M.A. che utilizzo con successo clicca qui https://www.giovannadanesi.it/chi-sono/)

Se stai leggendo questo articolo, penso tu abbia un’attività in cui credi, che ti appassiona e vuoi sia produttiva ai massimi livelli. Coltivi progetti ambiziosi, risultati di successo da realizzare: a tale scopo il business coaching è lo strumento che ti può essere di reale aiuto.

Onestamente oggi  è un argomento abbastanza inflazionato e per tale ragione, se sei un imprenditore, manager o libero professionista probabilmente ti è capitato di chiederti:

“Perché investire in questo percorso?“

La risposta è semplice: perché il Coaching funziona.

 

Sì, è proprio così.

Mi spiego meglio: nel mercato di oggi, fare la differenza non è facile: “montagne” di burocrazia, questioni da risolvere in modo rapido e preciso sono i veri ostacoli alla produttività.

Tutto questo porta l’esigenza di cambiare approccio, per aprire le porte all’innovazione in un’ottica di performance e valore.

 

 

“Creare consapevolezza e responsabilità è l’essenza di un buon coaching.” (Sir. John Whitmore)

 

Il  business coaching è d’aiuto per raggiungere risultati concreti ottimizzando processi e risorse. Realizza lo sviluppo di abilità e risorse che aumentano produttività, crescita e potenzialità individuale e di gruppo: con l’aiuto di un coach preparato crei e promuovi valore aggiunto, umano e professionale e raggiungi obiettivi aziendali con metodo e strategia.

Un coach esperto e competente rivolge la sua totale attenzione al cliente, crea uno spazio protetto e creativo dove il cliente può esprimersi ed essere ascoltato.
Ascoltato senza giudizio, con la finalità di sviluppare al massimo risorse, abilità e consapevolezza.

 

 

Quelli che vogliono vincere vincono, quelli che hanno paura di perdere perdono: tendiamo a conseguire ciò su cui ci concentriamo.” ( Sir. John Whitmore)

 

Per spiegare meglio questo concetto ti faccio una domanda:

Quanto di frequente accade, al lavoro, che qualcuno ti dedichi il 100% della propria attenzione con l’intenzione di ascoltarti ed aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi?

Onestamente, non so quale sia la percentuale ne la casistica esatta; credo tuttavia sia piuttosto bassa la percentuale.

Sei d’accordo con me?

Questo tempo e approccio è parte del lavoro di un business coach.

Ti affianca, ti ascolta, ti aiuta a comprendere e sentire. Lavora insieme a te per ciò che ritieni importante affinché tu sia una Persona e Professionista realizzato. Ha una visione sistemica e attraverso domande funzionali ha lo scopo di far nascere nuove consapevolezze che riguardano te stesso ed il tuo business.

Il coaching ti porta vantaggi reali che fanno la differenza se sei diposto a metterti in gioco con impegno e perseveranza. Di seguito tre vantaggi davvero importanti a mio parere:

  1. Guardi le cose da prospettive diverse:  impari a ragionare con un’angolazione più ampia, con una visuale d’insieme. Hai chiarezza, lucidità mentale. Sei in grado di  di prendere nel minor tempo possibile la decisione funzionale ed ecologica per il sistema aziendale e professionale che vivi.
  2. Gestisci l’informazione e la comunicazione in modo efficace all’obiettivo da raggiungere: diventi un esempio di leadership, di ispirazione per coloro che ti stanno accanto. Sei in grado di entrare in “rapport”, in relazione con gli altri per confrontarti, scegliere e decidere i temi fondamentali per il bene dell’azienda.
  3. Vivi il pieno potenziale del singolo e del gruppo aziendale: le persone sono l’elemento insostituibile e fondamentale per il successo della tua attività.

Hai mai pensato di contattare un coach per migliorare la tua attività di business?

Ora puoi farlo e la prima sessione è gratuita e online.

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Nel più breve tempo possibile sarà mia premura contattarti e ci accordiamo per una sessione di 30 minuti di coaching con me via Skype/Zoom: lo scopo è quello di comprendere ciò che ti sta a cuore e su cui vuoi lavorare; alla fine di questa sessione sono in grado di cucire su misura il progetto che funziona per te.

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4 Luglio 2019

Vuoi un business che funziona? Usa la semplicità.

Vuoi un business che funziona? Usa la semplicità.

Semplicità, non facilità.

È importante specificarlo, al fine d’esser chiara dal principio e rendere questo articolo il più efficace possibile.

Con “semplicità” intendo aver la capacità di trasmettere un messaggio chiaro, essenziale, comprensibile in pochi secondi.

Viviamo oggi l’era dell’attenzione. Saperla attrarre in uno “schiocco di dita” è chiave se vuoi realizzare un progetto, un business che funziona.

Facile da dire, un pò meno da fare… La difficoltà è proprio quella di rendere le cose semplici. Semplici in modo funzionino per esser capite “al volo”, immaginate in modo chiaro ed immediato nella mente di chi ascolta e sperimenta.

L’obiettivo di questo articolo è quello di darti spunti concreti per realizzare la semplicità che serve a migliorare il tuo business. E renderlo un business che funziona.

Onestamente, fare il coach è proprio questo (o meglio, è anche questo): dare spunti, prospettive concrete e semplici da capire per poter scegliere ciò che è meglio e metterlo in pratica da subito. (Se vuoi sapere di più su chi sono, cosa faccio e conoscere il metodo C.L.A.M.A che utilizzo clicca qui https://www.giovannadanesi.it/chi-sono/ )

 

Semplicità e business

 

Complicare è facile, semplificare è difficile. 
Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare. 
(Bruno Munari)

 

Se mi conosci sai che mi piace partire dal perchè, da ciò che mi spinge a decidere, fare, scrivere, dire una cosa.

E quindi: “Perchè la semplicità?”

Semplicemente perchè oggi siamo tutti, chi più chi meno, in sovraccarico di informazioni. Questo rende complicato decidere, aver chiarezza sulle opzioni che meritano di esser prese in considerazione sulle altre per quel determinato contesto.

Quando hai mille informazioni tutte insieme… sei d’accordo con me che anzichè esser semplice diventa confusa qualunque scelta?

 

 

Se vuoi avere un business che funziona, usa la semplicità. È necessario avere un messaggio chiaro, immediato, “seducente”.

Tre spunti concreti:

  1. Vai al nocciolo, al cuore del progetto, messaggio, business da presentare: in pochi secondi (massimo 8″) fai in modo arrivi un messaggio che spieghi in modo semplice di cosa si tratta e che vantaggi ha rispetto alle cose già note o proposte. 
  2. Crea l’effetto WAW: attraverso immagini piacevoli che restano impresse all’occhio di chi guarda e parole semplici (comprensibili ad un bambino di 4-5 anni) rappresenta e spiega cosa e come funziona ciò che presenti.
  3. Ricorda la frase “Less is more” : cerca di capire cos’ è utile e necessario e cosa invece è superfluo ed eliminabile. Chiediti sempre: “cosa posso togliere per rendere il progetto più efficace?“

 

 

 

Ti ho aiutato a comprendere il valore della semplicità? Hai mai pensato di contattare un coach per questa ragione?

Ora puoi farlo! E la prima sessione è gratuita e online.

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Ci accordiamo per una sessione di 30 minuti di coaching con me via Skype per comprendere l’argomento che ti sta a cuore e come poterlo gestire al meglio.

Al termine di questa sessione sarò in grado di cucire su misura il progetto che funziona per te.

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10 Giugno 2019

Come aver successo, come persona e professionista.

Per affrontare al meglio l’argomento “Come aver successo come persona e professionista” è necessario fare una premessa.

Non esiste una definizione di successo uguale per tutti, per quanto tu la possa cercare.

Di professione faccio il coach, ed un buon coach fa domande che ti aiutano a ragionare, a guardare le cose creando più opzioni per poter scegliere al meglio. (Per sapere cosa faccio e attraverso che metodo clicca qui https://www.giovannadanesi.it/chi-sono/)

Per questo motivo ti chiedo: Cosa significa aver successo, per te? 

Tutto parte da qui.

Come fai a valutare il tuo successo?

Dalle dimensioni del conto in banca che hai o dai beni materiali che possiedi? Dalla leadership che eserciti sulle altre persone o dalla fama che sei riuscito a ottenere? È la tipologia dell’auto che guidi o la dimensione della casa in cui vivi? Oppure la qualità delle relazioni che vivi con chi ti sta a cuore, e lo star bene con la tua famiglia?

Il successo puoi guardarlo e interpretarlo in mille modi.

È un pò come la bellezza: cambia in relazione agli occhi di chi la guarda.

Il primo obiettivo di questo articolo è stimolarti a cercare la tua definizione di successo, che possa permetterti di avere consapevolezza di ciò che conta davvero e realizza la tua soddisfazione.

In modo da realizzarlo in concreto, perchè vai dove sai che è successo per te.

 

Non smetterò mai di sognare, avrò la forza per vincere, il coraggio per non mollare, la pazienza per persistere. ( Andrew Parker)

 

Il secondo obiettivo è quello di dirti quali sono gli elementi chiave per aver successo, come persona e professionista.

In questo modo rispondo a ciò che ho scritto nel titolo: “Come aver successo?”

 

1. Avere uno scopo chiaro: questa è la base che sorregge il tuo successo. Perchè fai quel che fai? Qual’è la ragione per la quale fai quel che fai? Aver chiarezza sul tuo scopo ti rende lucido, ti fa sentire appassionato, ti sprona a migliorare sempre, ti fa sentire allineato e connesso con i tuoi valori. Tutto questo realizza la frase “aver successo”. A prescindere dal significato che tu attribuisca a questa parola.

 

2. Passione: libera la tua passione e lasciala esprimere. Sii appassionato, ama quel che fai e dai il meglio. 

 

3. Disciplina e perseveranza: non c’è nulla di impossibile. Il limite lo poni tu, ricordalo. Aver successo è una scelta che comporta esercitazione, allenamento costante nel tempo. Vincere è un’abitudine, come perdere.

 

Ti ho aiutato ad avere maggior chiarezza su cos’è e come aver successo, per come lo desideri tu?

Hai mai pensato di contattare un coach per capire come andare oltre le difficoltà  e realizzare ciò che vuoi, nella vita e nel business?

Ora puoi farlo! E la prima sessione è gratuita e online.

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Ci accordiamo per una sessione di 30 minuti di coaching con me via Skype.

Al termine di questa sessione sarò in grado di cucire su misura il progetto che funziona per te.

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DOTT.SSA GIOVANNA DANESI
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